Guardando Ago tutti i miei problemi sono sembrati lontani

Nick Harris racconta come ha conosciuto Giacomo Agostini e anche di come ha 'sofferto' l’ira della MotoGP™ Legend

La scorsa settimana due icone che sono state molto importanti nella mia crescita hanno festeggiato il loro 80° compleanno. Paul McCartney taglierà questo traguardo nel weekend come punta di diamante del Glastonbury Festival, le leggendaria Cattedrale della musica moderna. Non penso che Giacomo Agostini abbia in programma di essere punta di diamante ad Assen in quella che è nota a tutti come la Cattedrale del Motociclismo ma ne avrebbe tutto il diritto. Non ho mai visto McCartney o I Beatles dal vivo ma senza dubbio Ago l’ho visto. E con lui alcuni ricordi e momenti che fanno parte del mio grande amore per questo sport.

Lui è il pilota più vincente nei 73 anni di storia del Campionato del Mondo di motociclismo. 15 titoli mondiali, 122 vittorie in appena 231 presenze. A tutto questo aggiungiamoci anche il look e il fascino di Ago che tante donne hanno attratto. Come non potevo restarne impressionato. Un pilota che ad Assen ha vinto 14 volte.

Ago e io abbiamo esordito nel 1965 nelle gare del TT sull’Isola di Man. Il lombardo era compagno di box di Mike Hailwood nel leggendario team MV Agusta. Io ero un adolescente reduce da un viaggio durato un giorno che mi aveva portato su quell’Isola per assistere alle gare del Campionato del Mondo classe 50cc e 500cc. Agostini aveva esordito in quella settimana arrivando terzo nella gara del TT valida per la classe 350cc. Ho dato una prima occhiata al pilota e a quella moto che avrebbero dominato le scene per il decennio successivo. Un’occhiata davvero rapida data quando da Kates Cottage scese verso di noi che ci trovavamo al pub di Creg Ny Baa. Era percepibile il fumo degli scarichi: se ne andò così. Mentre aspettavamo che tornasse un giro dopo, venne annunciata la sua caduta avvenuta a 16 chilometri di distanza da Sarah’s Cottage. Una caduta senza conseguenze ma che mise fine alla sua gara.

Otto anni dopo, nel 1973, abbiamo preso una decisione coraggiosa, ovvero quella di saltare la nostra tappa annuale sull’Isola di Man per il TT per andare a prendere un traghetto che ci portasse in Olanda dove si teneva un TT molto diverso. Mulini a vento, tante bici, patatine fritte con maionese e birra alle sei di mattina: il mio primo Gran Premio dal vivo era già un’esperienza memorabile. La ciliegina sulla torta era vedere la gara della 350cc con in pista Ago in sella alla MV anche se la vittoria di Phil Read nella gara della 500cc la fece passare in secondo piano.

Giacomo Agostini

Ago dunque è stata una delle figure di spicco legate ai miei primi tempi nel Campionato del Mondo: sicuramente non sarebbero potute andare meglio. Il mio primo incarico come nuovo inviato di Motorcycle News nel 1976 era quello di andare a Misano per la gara internazionale pre stagione in cui i grandi nemici ed ex compagni di box Giacomo Agostini e Phil Read si trovavano in sella alle loro Suzuki 500cc. All’aeroporto di Milano si erano persi i miei bagagli ma sono comunque riuscito a trovare il leggendario Hotel Abners sul lungomare di Riccione. Ero nervoso, molto nervoso ma ho incontrato lo scozzese Iain Mackay, il noto meccanico che poi sarebbe diventato il capo delle pubbliche relazioni di Honda Racing. Mi chiese se quella sera io volessi cenare con lui e il suo team al ristorante dell’hotel. Non avevo idea per quale team lavorasse e accettai ringraziandolo molto. Senza bagagli arrivai al ristorante dell’hotel con una vecchia maglietta sporca e strinsi la mano a uno dei piloti del team di Mac, un certo Giacomo Agostini. Quella sera ho parlato e mangiato poco. Incredibilmente la sera successiva Phil Read mi invitò a cena allo stesso ristorante e mi prestò addirittura un paio di magliette.

Quando la mattina della gara cadde del nevischio, Ago rifiutò di correre per motivi di sicurezza. L’appuntamento venne cancellato senza veder girare nemmeno una ruota. Sono riuscito a parlare al telefono con Read che accusò Ago di essere patetico. Ago patetico, era l’accusa di Read presente su tutti i titoli dei quotidiani nel mercoledì mattina. Pensavo di essere al mio apice. Una settimana dopo la gara venne riprogrammata presso l’aerodromo di Modena. Sono arrivato lì a testa alta e molto orgoglioso. La prima persona che ho visto era Ago che leggeva i titoli dei giornali in cui era presente quella storia del ‘patetico’. Prima che potessi allontanarmi mi fece un gesto con le dita. Era molto arrabbiato. Ago mi chiese se il parere di un 15 volte campione del mondo di fronte a un’accusa del genere sarebbe stato il modo in cui un giornalista adeguato avrebbe trattato la faccenda. In quel weekend non ci furono altri inviti a cena. Avevo ancora tanto da imparare. 36 anni dopo quando ospitai la festa per il suo 70° compleanno a Silverstone mi disse di avermi perdonato.

Giacomo Agostini

Buon 80° compleanno. Paul McCartney festeggerà il suo compleanno cantando ‘Yesterday all my troubles seemed so far away’. Nel mio caso è successo vedendo in azione il grande Giacomo Agostini.

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